-----BEGIN PGP SIGNED MESSAGE----- LEGGERE LE AVVERTENZE IN FONDO AL DOCUMENTO ATTUALITA' Internet@World giugno 1995 (allegato a Micro & Personal Computer 6/1995). (versione consegnata alla redazione) C'E' SPAZIO PER TUTTI IN INTERNET? Internet soffre di problemi di congestione. Le pur potenti strutture non riescono a stare al passo con l'accresciuto numero di nuovi utenti e soprattutto con la diversa natura delle informazioni richieste. E' necessario introdurre una tariffazione "responsabilizzante". di Fabrizio Ruggeri Per spiegare i problemi di Internet bisogna riassumerne brevemente i principi di funzionamento. Partiamo da un paragone con una rete per telecomunicazioni nota a chiunque, la rete telefonica internazionale. Quando si compone un numero si forma una connessione esclusiva tra due apparecchi. Durante la comunicazione nessuno all'infuori dei due utenti e` in grado di usare la linea. Di converso, la linea e` impiegata dai due utenti anche durante i momenti di silenzio. Questo ci da' una prima ragione del fatto che le comunicazioni telefoniche siano tariffate a tempo. Non ha importanza se durante quel tempo gli interlocutori si scambino significativi silenzi e sospiri oppure se parlino freneticamente, perche' in ogni caso nessuno potrebbe usare i loro silenzi per comunicare con qualcun altro. Queste comunicazioni non avvengono in realta' con un cavo che colleghi direttamente i due telefoni. Il cavo in uscita da un telefono e` collegato a dei cavi piu' grandi che portano le potenziali conversazioni di moltissimi telefoni, ma non sono in grado di portarle tutte contemporaneamente. Quando la parte di cavo in comune e` gia' al massimo delle sue possibilita', agli altri utenti che cercano di usarla viene negato l'accesso. Esistono dunque dei colli di bottiglia che rendono necessaria la tariffazione a tempo del telefono. Inoltre siccome questi colli di bottiglia vengono saturati piu' in determinati momenti che in altri le tariffe orarie vengono differenziate in modo da spostare parte dell'utenza negli orari in cui la capacita' della rete telefonica e` sottoutilizzata. Tutto' cio' corrisponde non solo a criteri economici ma anche di massimizzazione dell'utilita' sociale. Sarebbe altrimenti grave se le comunicazione d'affari fossero impedite dai "saluti e baci" dai luoghi di villeggiatura. Internet, o meglio il protocollo TCP/IP, funziona in tutt'altro modo. Le informazioni viaggiano suddivise in pacchetti ognuno dei quali ha un'etichetta con la destinazione. Questi pacchetti vengono rimbalzati da apposite macchine instradatrici che esaminano le informazioni sul pacchetto e decidono a quale vicino nodo della rete affidarlo. Il processo si ripete finche' ogni pacchetto arriva a destinazione. Una caratteristica di TCP/IP che rivela le sue origini militari e` il "reindirizzamento dinamico". Se un nodo della rete non e` in grado di ricevere il pacchetto le instradatrici cercano percorsi alternativi per far arrivare il pacchetto a destinazione. Puo' anche accadere che i pacchetti vengono divisi in pacchetti piu' piccoli o assemblati in pacchetti piu' grandi lungo il percorso, e puo' darsi benissimo che i pacchetti che compongono un determinato documento seguano percorsi diversi prima di essere ricomposti sulla macchina di destinazione. Questi pacchetti nella pratica corrente sono per la rete tutti uguali (con poche eccezioni riguardanti alcuni pacchetti necessari al funzionamento della rete) e hanno dunque tutti uguale diritto di precedenza. In linea di massima e in via prima approssimazione si puo' dire che Internet non da' mai il segnale di "occupato". I pacchetti di cui e` composto un documento aspettano pazientemente di essere trasmessi, ma a nessuno viene negato l'accesso. Ai pacchetti si chiede solo di essere pazienti e aspettare. In situazioni di congestione dunque l'effetto non e` quello delle linee telefoniche, in cui chi ha la linea non si accorge della congestione e gli altri semplicemente non hanno la linea. In Internet l'effetto e` che ognuno ha i propri pacchetti mischiati con gli altri e quando le linee cominciano ad essere affollate ogni nuova richiesta rallenta tutte le altre richieste. Si arriva facilmente al punto in cui tutti provano a usare Internet ma nessuno ci riesce a velocita' decenti. I tempi d'attesa fra un pacchetto e l'altro si allungano, le luci di modem e disco rigido rimangono spente anche per minuti di seguito e l'Internauta comincia a chiedersi se ha speso bene i suoi soldi. Se il traffico in Internet fosse solo quello per il quale Internet ha riscosso il suo meritato successo (posta elettronica, bollettini USENET, programmi in libera distribuzione, documentazione scientifica o pubblica, consultazione di cataloghi di biblioteche o altre banche dati, ecc.) il problema non sarebbe grave e forse non si porrebbe nemmeno. Il problema e` che la recente "popolarita'" di Internet non ha solo accresciuto il numero di utenti collegati, ma ha cambiato e sta cambiando il tipo di informazioni richieste, con un forte accento verso il multimediale ossia l'effimero e il voluminoso. Siamo insomma all'"usa e getta" del supermercato telematico. Per fare un esempio: vi sono immagini nelle pagine della ragnatela di anche 200KB e piu' senza che venga data indicazione delle loro dimensioni. Tutto questo non aggiunge alcuna conoscenza o utilita' all'utente che le prelevi ma penalizza gli altri utenti della rete. Se devo collegarmi a un sito della nota casa XY non ho il bisogno di vedere il GIF a 256 colori da 300KB del suo stemma perche' lo conosco gia'. Si stanno raggiungendo vette di perversione in questo campo. Sono gia' state trasmesse sfilate di moda in Internet (animazioni che tra l'altro richiedono macchine potenti e connessioni veloci). Non bisogna essere esperti di informatica per capire quanto voluminosa possa essere una animazione e quanto questo pesi su Internet. Ma non e` finita: siccome al peggio non c'e` mai fine, ecco arrivare in Internet il filmato del matrimonio dell'infanta di Spagna, in diretta ovvero in contemporanea a quanto trasmesso in TV. Come dire che se una cosa si puo' fare peggio, non si vede perche' non si dovrebbe. Altri esempi: l'Internet Talk Radio e` una rivista che viene distribuita via Internet ma anziche' essere in formato caratteri e` (vedi dove puo' spingersi l'originalita') in formato audio. Ogni numero e` grande dai 15 ai 20 MB, la versione in formato testo sarebbe stata qualche migliaio di volte piu' piccola. Questi 20MB naturalmente vengono ascoltati in una manciata di minuti e poi buttati via. Immaginate che bello sarebbe se questa rivista conoscesse ampia diffusione. E immaginate che bello se, mentre voi fate una sessione SLIP, qualcun altro preleva Internet Talk Radio o un filmato. Sempre nel campo audio, sappiate che l'efficientissimo IRC, il chat internazionale di Internet, puo' con apposito programma essere usato per parlare (nel vero senso) con l'interlocutore. Bisogna avere scheda sonora e microfono ma si risparmia in bolletta telefonica. O meglio, la si scarica sugli altri utenti di Internet sotto forma di lentezza di funzionamento. Non bisogna essere la sibilla cumana per prevedere che la congestione si aggravera' nel tempo, con l'espandersi degli accessi a Internet (e alla ragnatela in particolare) e con l'imperante moda multimediale. Per porre fine a questa situazione si sono fatte in linea di massima tre ipotesi, che definiro': 1) Esageramente ottimista; 2) Ottimista; 3) Realistica. Ipotesi 1) Esageratamente ottimista: il problema si risolvera' educando gli Internauti al rispetto degli altri naviganti. Questo richiama un problema piu' generale, quello cioe` dei comportamenti collaborativi. I comportamenti collaborativi sono quelli che se osservati da tutti recano beneficio alla societa', se osservati da quasi tutti recano un beneficio a chi NON li osserva, e se osservati da pochi recano grandi danni alla collettivita'. Esempi: Pagare il biglietto dell'Autobus, non occupare la corsia d'emergenza durante gli ingorghi, fare la fila, non schiamazzare la notte, non inquinare ecc. Tali comportamenti si impongono in una societa' solo col verificarsi di determinate condizioni, prime fra tutte l'identificazione di se stessi come parte di un gruppo e la consapevolezza che anche gli altri appartenenti al gruppo osserveranno la regola. Tipicamente questo e` proprio il genere di autodisciplina che non funziona. Un caso esemplare e` quello dell'aria condizionata a Nuova Delhi. Nei momenti di picco della domanda di elettricita', nelle prime ore del pomeriggio, la societa' elettrica chiede ai cittadini di non accendere i condizionatori per evitare i "black-out". Ovviamente tutti li accendono, la corrente se ne va e oltre a stare tutti al caldo stanno anche senza TV e a frigorifero spento. Dico "ovviamente" perche' nessuno ha intenzione di tenere spento il proprio condizionatore per fare - in caso di successo - stare al fresco il "furbo" che invece lo accende. Questa ipotesi di soluzione del problema e` in realta' una "non" ipotesi. Se gli utenti fossero responsabili il problema non ci sarebbe. Siccome c'e`, non lo sono. Educare richiede anni di paziente attesa dei frutti, e Internet non puo' permetterseli. Inoltre ci sarebbero sempre nuovi utenti da educare. Ipotesi 2) ottimista: I progressi tecnologici renderanno disponibili abbastanza banda per i gatti di Clinton, le modelle, le infante e tutto il resto. Questa ipotesi e` a mio avviso ottimista perche' non tiene nel dovuto conto l'inestinguibilita' dei bisogni umani, tanto piu' grande quanto piu' questi bisogni sono in realta' dei bisogni effimeri o eteroindotti. Se non si puo' infatti mangiare e bere o riscaldarsi piu' di tanto non c'e` invece limite al "bisogno" di meraviglie tecnologiche, per quanto futili o del tutto inutili, e come ora non c'e` alcun bisogno di vedere il gatto di Clinton a 256 colori, domani non ci sara' alcun bisogno di vedere il cane del suo successore a 16 milioni di colori, ma sara' proprio quello cio' che la gente prelevera' da Internet. La posta elettronica sparira' per essere soppiantata dai messaggi vocali quando non filmati, e potremo vedere il principe Carlo mettersi le dita nel naso con animazioni a 25 fotogrammi al secondo e in altissima definizione. Ipotesi 3) realistica: bisogna fare in modo che l'utente usi in modo responsabile Internet, attraverso una tariffazione efficiente. Ora il costo di Internet viene sostenuto dagli utenti come costo fisso, indipendente dall'uso che se ne fa. Questo metodo di tariffazione e` palesemente inefficiente. Per fare un esempio, immaginate che il vostro macellaio, che chiameremo Intermeat, anziche' vendervi la carne a peso vi dicesse che per due milioni di lire l'anno avete libero accesso alla sua macelleria, nei limiti pero' di un macellato giornaliero complessivo prefissato per l'intera utenza. All'inizio va tutto bene, e voi siete soddisfatti. Anche il macellaio e` soddisfatto, tanto piu' che una parte dei costi viene finanziata attraverso le tasse. Questo macellaio continua pero' a vendere abbonamenti a intermeat. Ogni utente intanto impara a dare il filetto da mangiare anche al cane, tanto e` tutto compreso nel prezzo. Le prime remore morali vengono facilmente superate grazie anche a una campagna di stampa che dipinge scenari miracolosi in cui, grazie a intermeat, anche i cani potranno avere filetto nella ciotola. I giornali spargono anche la voce che senza abbonamento a intermeat si morira' di denutrizione. Ci sara' anche il furbo che usera' le bistecche come concime per le piante (l'equivalente di quello che usa IRC come telefono, ad es.). Prima o poi gli utenti si accorgeranno che la carne comincia a scarseggiare: lunghe code per essere serviti, e i tagli migliori che spariscono subito. La consapevolezza, poi, che questi tagli migliori sono stati dati al cane o usati come concime per piante non aiutera' il buonumore. Anche se intermeat promettera' di aumentare ed effettivamente aumentera' il proprio macellato giornaliero, accadra' che: 1) Se anche in ipotesi la domanda di carne fosse originata solo dagli usi tradizionali (nutrizione), il meccanismo sara' comunque inefficiente visto che una parte del filetto che andrebbe comunque sprecato perche' per chi arriva primo e` gratis; 2) La domanda in realta' non sara' quella tradizionale per nutrizione perche' continuera' a riversarsi su intermeat anche la domande generata dai NUOVI usi (creme di bellezze, cibo per cani, concime per piante e pozioni d'amore) generati dalla quasi gratuita', o meglio dalla tariffazione a forfait. La scarsita' di carne continuerebbe perche' quando si abbandona l'uso normale della carne non c'e` limite alla sua possibile domanda. Per quanto paradossale sembri il caso intermeat, Internet sta messa proprio in questo modo, e allo stesso modo ha urgente bisogno di un sistema di prezzi che assicuri un efficiente sfruttamento delle proprie risorse, e non lo sciupio che si comincia a vedere e che si vedra' sempre piu' in futuro, causato dai nuovi bisogni quali la multimedialita' a loro volta causati dalla gratuita' del sistema. Gratuita' che in realta' non e` altro che riversare su altri in termini di lentezza di collegamento il costo di quanto si ottiene. E la lentezza di collegamento fa una differenza enorme quando si usano ad es. Gopher o Telnet o Veronica. Ora, se e` vero che e` facile vendere la carne al peso e che e` relativamente facile tariffare il telefono a tempo e per fasce orarie, e` molto piu' difficile fare questo con Internet. La mancanza di una connessione identificabile fra i due "capi del filo", il reindirizzamento dinamico e la struttura del protocollo TCP/IP pongono grossi problemi, le risposte ai quali comporteranno probabilmente modifiche sostanziali ai protocolli correnti. Per essere efficiente il sistema di tariffazione non puo' essere a tempo, infatti nelle connessioni TCP/IP il tempo passato in linea in se' non genera problemi agli altri utenti, anzi non genera proprio traffico. Non si puo' nemmeno tariffare semplicemente il volume di dati scambiati, perche' i dati scambiati nei momenti di sottoutilizzo delle reti non generano congestione, e il sistema dei prezzi deve appunto cercare di spostare la domanda di Internet dai momenti di congestione a quelli di sottoutilizzo. Anche la combinazione dei due sistemi (tariffazione a volume ma con diverso costo a secondo degli orari di picco o meno) non e` facile da realizzare, vista la natura distribuita di Internet. Se mi collego dall'Italia con un sito giapponese puo' darsi che in Giappone sia un momento di picco, in America un momento di sottoutilizzo, e in Europa di nuovo un momento di picco. D'altro canto l'utente puo' benissimo non aver modo di rendersi conto se sta usando linee piu' o meno trafficate, mentre dovrebbe avere la possibilita' di rendersene conto prima di iniziare un trasferimento. L'utente puo' infatti anche non avere idea del luogo della Terra col quale e` collegato, e soprattutto del percorso che i suoi dati compiono. Per fare un esempio fino a poco tempo fa una connessione da un noto fornitore romano di Internet a un altro passava per la Svezia. Un sito in Svezia dunque era due volte piu' vicino, ai fini che ci interessano, di un altro sito posto nella stessa citta' ma agganciato a Internet in un punto diverso. Vari sistemi di tariffazione sono allo studio. Il piu' difficile da implementare ma il piu' interessante in quanto il piu' efficiente prevede che ad ogni pacchetto Internet venga associato un codice di priorita', poniamo da 0 a 5. In ogni determinato momento l'instradatrice osserva la coda dei pacchetti, e se c'e` una situazione di congestione spedisce i pacchetti secondo l'ordine di priorita', parcheggiando in un'area di attesa nell'ordine i pacchetti con codice 0, 1 ecc. Quando la linea si decongestiona i pacchetti nell'area di attesa vengono spediti secondo l'ordine di precedenza. In questo modo durante i momenti di picco vengono spediti solo i pacchetti "urgenti", mentre nei momenti di sottoutilizzo verrebbero spediti quelli meno urgenti. Il codice di priorita' verrebbe attribuito dall'utente al momento di fare la richiesta. L'utente sa che il costo dei pacchetti e` di un tanto a carattere per quelli con codice 5 e giu' a scendere fino a quelli con codice 0 che non costano nulla. In questo modo si puo' fare una richiesta indicando a Internet che non c'e` fretta, purche' non costi niente. Oppure che c'e` fretta, oppure situazioni intermedie. Dal momento che il codice sta situato in ogni pacchetto, un pacchetto ad es. con codice 2 puo' viaggiare nei primi tre tratti di strada, poi trovare un ingorgo e rimanere parcheggiato per un po', e poi riprendere a viaggiare. Il tutto gestito automaticamente dalle instradatrici. Si noti anche che il costo 5 e` quello teorico massimo. La tariffa aggiuntiva si applicherebbe solo in caso di effettivo uso del diritto di precedenza. Nei tratti in cui non c'e` congestione anche i pacchetti con priorita' 5 pagherebbero come quelli con priorita' inferiore. Inoltre con questo sistema l'utente non saprebbe esattamente quanto gli costerebbe la connessione ma saprebbe comunque quale e` il costo massimo e pertanto non avrebbe sorprese in bolletta. Questo sistema avrebbe molti lati positivi. L'utente puo' scegliere durante una connessione interattiva con Telnet o una navigazione con Gopher o Lynx di avere un livello alto di priorita'. Infatti i dati scambiati sono pochi e il costo aggiuntivo sarebbe poco. Trovata l'informazione che interessa che puo' ad esempio consistere in un grosso file, l'utente puo' scegliere che il file venga trasferito con una bassa priorita'. Questo sistema sarebbe utilissimo con comandi come get di FTP oppure con la posta elettronica, che puo' benissimo arrivare con qualche minuto di ritardo. Naturalmente il protocollo TCP/IP dovrebbe subire modificazioni sostanziali, anche perche' sarebbe necessario far pagare le informazioni a chi le richiede e non a chi le fornisce - pensate all'importanza di cio' con FTP o con la ragnatela. I gestori di siti di collezioni come Simtel e Aminet andrebbero presto falliti, per non parlare dei gestori dei siti http://www.playboy.come e http://www.penthousemag.com, e verrebbe del resto meno lo scopo che si voleva raggiungere. Sono stati prospettati altri metodi, piu' semplici da implementare ma meno efficienti, cioe` meno capaci di spostare la domanda di Internet nei tratti e nei momenti meno congestionati. In ogni caso e` necessario fare in modo che i grossi utenti di Internet sostengano il costo "sociale" dei filmati che richiedono, sia ricevendoli in momenti di sottoutilizzo delle capacita' della rete sia pagando e dunque limitando le proprie esigenze e al tempo stesso finanziando l'ampliamento della rete. Se considerate che un filmato di matrimonio reale puo' occupare tanto spazio quanto svariate enciclopedie capite pure che non sarebbe l'utenza seria a essere quella penalizzata, quanto quella "frivola", quella cioe` che chiede informazioni che non hanno un valore in se' ma che impongono un costo al resto degli Internauti sotto forma di difficolta' di navigazione. Internet sta diventando una moda, un bisogno indotto come il telefonino. Il "prestigio" che alcuni le attribuiscono origina, anziche' come nel caso del telefonino dallo stereotipo dell'uomo d'affari dell'era pre-cellulare, da quello piu' intellettuale del ricercatore o dello studioso. E come tanti usano il telefonino senza necessita' e solo per dire "ciao mamma", cosi' ora molti nuovi venuti di Internet la usano come la versione "evoluta" di Novella 2000, ostacolando i naviganti in cerca dei veri tesori di Internet. La civilta' dell'immagine, del multimediale, dell'effimero e del fumo negli occhi ha avuto il sopravvento su quella solida ed efficiente realta' che era Internet ai tempi del caro vecchio ASCII. Benvenuta nel XXI secolo, Internet. - --------------------------------------- AVVERTENZE: Questo file e` reperibile sul sistema telematico MPnet (Tel: 06/82000829) nella libreria TEXT, nome file CONGEST.TXT e in Internet con LUR: http://www.agora.stm.it/F.Ruggeri/home.htm La distribuzione di questo file attraverso sistemi telematici, CD-ROM, Internet, e il richiamo da altre pagine della ragnatela sono permessi ed incoraggiati, purche' gratuitamente ed integralmente, e purche' siano citati autore ed estremi della testata e volume di pubblicazione. L'autore ne mantiene comunque tutti i diritti. 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